La nonna del Papa (e la Beata Imelda, n.d.r)
di monsignor Ernesto Vecchi
VENERDÌ 18 ottobre, festa di San Luca evangelista, sono stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco. Ci sono andato per informare il Santo Padre di ciò che sto facendo, come Amministratore Apostolico della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, e ricevere da Lui gli opportuni orientamenti. Durante i 20 minuti di colloquio — con il Papa si parla bene, perché ti mette a tuo agio — ho avuto modo di chiederGli il perché cita spesso la Beata bolognese Imelda Lambertini. Il Santo Padre ha risposto: «È stata mia nonna, che fin da bambino mi parlava di questa fanciulla innamorata dell’Eucaristia». Il Papa, quando parla della nonna, si riferisce alla mamma di suo padre, Rosa Margherita Vasallo, nata nel 1884 in Valbormida, dove si è sposata con Giovanni Bergoglio. Dalla loro unione è nato nel 1908 il padre del Papa, Mario. Nel 1929, i Bergoglio emigrarono a Buenos Aires.
IL VATICANISTA Tornielli racconta che il futuro Papa, nato nel dicembre 1936, era cresciuto passando parte della giornata a casa dei nonni, che gli avevano trasmesso un po’ di piemontese — e tante altre cose, tra le quali la proverbiale tirchieria dei genovesi — ma soprattutto la fede cristiana. In un’intervista alla radio di una delle parrocchie più povere delle baraccopoli di Buenos Aires, il futuro Vescovo di Roma disse: «Chi mi ha insegnato a pregare è stata mia nonna. È lei che mi ha introdotto nella fede, raccontandomi anche le storie dei Santi». A quanto pare, la vita e il prodigioso evento eucaristico che ha coinvolto la Beata Imelda (Cf. E. Lodi, I Santi della Chiesa bolognese, Bologna 1994), ha inciso profondamente nell’incipiente esperienza religiosa del piccolo Giorgio Bergoglio, al punto che il nome della Beata è entrato nell’intercalare emblematico del suo linguaggio.
LA STRAORDINARIA grazia eucaristica della Beata Imelda veniva raccontata e tramandata con grande ammirazione in Italia e all’estero e nonna Rosa ne è stata una convinta divulgatrice. Dall’intervista alla Civiltà Cattolica (n. 3918), si apprende che il Papa — oltre a Dostoevskij — è affezionato al poeta tedesco Friedrich Hölderlin, del quale ricorda volentieri la lirica scritta per il compleanno di sua nonna, che si conclude così: «Che l’uomo mantenga quello che il fanciullo ha promesso». Hölderlin, inoltre, accosta sua nonna a Maria, che ha generato Gesù e Papa Francesco ne sente il riverbero, perché sua nonna Rosa lo ha introdotto a una fede consapevole. Sempre la nonna – quando era in Seminario – gli disse: «Non ti dimenticare mai che la cosa più importante per un sacerdote è celebrare la Messa». D’ora in poi andrò più spesso nella chiesa di San Sigismondo, per chiedere perdono alla Beata Imelda, perché in questi ultimi 50 anni, noi bolognesi l’abbiamo troppo trascurata.
Da "Il Resto del Carlino - Bologna", edizione del 27 ottobre 2013