VANGELO SECONDO MATTEO (28, 16-20) e LUCA (24,50-53)

Sabato 28 luglio 2018 // Nuovo Testamento

VANGELO SECONDO MATTEO (28, 16-20) e LUCA (24,50-53)

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Giotto 1303 Cappella degli Scrovegni, Padova

L’ASCENSIONE DI GESU’ AL CIELO

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

MEDITIAMO INSIEME

Da quando Gesù è asceso al cielo manca a noi la sua presenza visibile. La nostra fede è un dono di Dio che deve essere costruita anche sulla testimonianza degli apostoli, uomini che hanno poi dato la vita per diffondere l’annuncio della salvezza. Gesù promette loro e quindi a tutti noi una presenza diversa “fino alla fine del mondo”. La presenza di Gesù continua in noi, nella sua Parola, nella Comunità, nell’Eucaristia… Gli apostoli “tornarono a Gerusalemme con grande gioia”, questa gioia è anche per noi. Pur dovendo talvolta percorrere sentieri faticosi, ci sostiene sempre la gioia della speranza.

TERMINIAMO QUESTE PAGINE DEL VANGELO RICORDANDO LE PAROLE DELLA BIBBIA IN ISAIA 55,10-11

Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.