VANGELO SECONDO LUCA (23, 39-49)

Giovedì 28 giugno 2018 // Nuovo Testamento

VANGELO SECONDO LUCA (23, 39-49)

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LA MORTE DI GESU’

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». 44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. 47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

MEDITIAMO INSIEME

Uno dei due malfattori crocifissi assieme a Gesù ha riconosciuto che egli appartiene a un regno che non è terreno. Questo riconoscimento diventa una preghiera, che Gesù accoglie donando la gioia della speranza. Gesù muore alle tre del pomeriggio. Segni straordinari accompagnano la sua agonia e la sua morte. La tradizione cristiana, nella lacerazione del tendaggio che separava la parte centrale del tempio (il Santo dei Santi) ha visto la soppressione dell’antico culto mosaico. Un centurione pagano riconosce la straordinarietà di quanto stava accadendo. La folla comincia a riconoscere la propria colpa. I suoi discepoli stanno a guardare senza parole.